L'armageddon non è avvenuto. Donald Trump non ha annunciato dazi universali del 10-20%, dichiarando che gli Stati Uniti non sono ancora pronti per tali misure. L'indice S&P 500 è balzato in avanti, liberandosi dal timore che il 47° presidente, con azioni troppo audaci, potesse affossare le azioni americane. I vari asset riflettevano un eccesso di paura. Superata questa fase, gli indici azionari sono saliti, puntando a ripristinare i trend rialzisti.

Gli investitori ricordano ancora il 2022, quando la Federal Reserve, di fronte a un'inflazione quasi al 10%, ha iniziato a irrigidire aggressivamente la politica monetaria. Il risultato è stato una seria correzione per lo S&P 500. La storia si ripete: i prezzi al consumo sono ancora lontani dall'obiettivo del 2% della Fed, e se Trump, con i suoi dazi, accelererà ulteriormente l'inflazione, le cose potrebbero peggiorare. Non sorprende che la riluttanza del repubblicano a forzare la situazione abbia aumentato la probabilità di due atti di espansione monetaria della Fed nel 2025, passando dal 46% al 69%, sostenendo così le azioni americane.

Il presidente ha dimostrato la sua propensione a negoziare con la "pistola alla tempia". Ha affermato che gli Stati Uniti hanno diritto alla metà di TikTok e che, se la Cina non venderà il social network, sarà colpita da dazi. Lo stesso vale per l'Europa, che, secondo il capo della Casa Bianca, deve aumentare gli acquisti di petrolio e gas americani. Questo promemoria ha scioccato il mercato azionario del Vecchio Continente.

Divergenza tra azioni europee e americane

Nel 2024, gli indici azionari europei hanno sottoperformato rispetto ai loro omologhi americani di 17 punti percentuali, il secondo peggior risultato nella storia. Le cause principali sono state la divergenza nella crescita economica e l'adozione attiva dell'intelligenza artificiale negli Stati Uniti. Secondo JP Morgan, il divario tra EuroStoxx 600 e S&P 500 persisterà anche nel 2025, aggravato dai problemi della Cina e dalle guerre commerciali.

Pertanto, il peggio non è accaduto il giorno dell'inaugurazione, ma ciò non significa che Trump abbia abbandonato l'idea dei dazi. Come ha dichiarato, invece di tassare gli americani e arricchire altre nazioni, gli Stati Uniti utilizzeranno dazi sulle importazioni per costringere altri paesi a pagare le tasse e arricchire i cittadini americani.

Allora, i dazi ci saranno! E con essi un'accelerazione dell'inflazione americana, una lunga pausa della Fed nel ciclo di espansione monetaria e una probabile correzione degli indici azionari americani. Tuttavia, per ora, il mercato azionario può godersi l'eccezionalismo americano e celebrare l'inaugurazione. Peccato che questa festa non durerà a lungo.

Tecnicamente, sul grafico giornaliero dello S&P 500, il rally prosegue dopo l'uscita dal triangolo. Tuttavia, l'incapacità dell'indice di superare le resistenze ai livelli pivot di 6.040 e 6.120 sarebbe un segnale di debolezza per i rialzisti e un motivo per prendere profitto dalle posizioni long aperte a partire da 5.930, con un'inversione al ribasso. Restiamo attenti al prossimo assalto!